Diciamolo subito, di Piattaforma Milano ce ne è una sola, nel senso letterale: non uno fra i dileggiati partiti ha saputo dare struttura a un metodo di lavoro simile con un peso specifico e specifiche responsabilità in quella terra di nessuno che separa oggi potere e singolo cittadino. Quando il 19 gennaio scorso, durante l’incontro “Milano come sarà” al Teatro Parenti di Milano (padroni di casa Stefano Parisi e Mariastella Gelmini) è stata annunciata per il 31 marzo l’elezione popolare del coordinamento cittadino della Piattaforma, c’erano tutti: liberali, popolari, riformisti, ma anche volontari, associazioni del terzo settore, comunità civiche, associazioni di quartiere, organizzazioni imprenditoriali e sindacati. E questo è un fatto: più di sette anni di governo di centrosinistra ha potuto fare fatto un gruppo di persone per convincere i vituperati corpi intermedi e le comunità a tornare protagonisti dell’agone pubblico.
UNA FORZA POLITICA NUOVA E LIBERA
Si erano trovati per fare un bilancio di metà mandato del sindaco Beppe Sala, si sono trovati a ricomporre l’area moderata della città con un metodo nuovo: Energie PER l’Italia, Forza Italia, Milano Popolare, e ...